giovedì 3 settembre 2020

Link alla pagina di ranmafan

Da qualche giorno Google sembra aver "dimenticato" l'indirizzo della mia pagina principale.
Se siete qui per sbaglio (come è probabile ^_^) potete trovarmi, come sempre, a: 

http://ranmafan-reup.blogspot.com/ 

 

Buon Divertimento! :D

domenica 10 maggio 2020

La città delle donne


Titolo originale: La città delle donne
Nazione: ITA
Anno: 1980
Genere: Commedia
Durata: 134'
Regia: Federico Fellini
Cast: Marcello Mastroianni, Ettore Manni, Anna Prucnal, Bernice Stegers, Donatella Damiani

Trama:
Il cinquantenne donnaiolo Snaporaz abborda, in treno, una bella sconosciuta. La segue fino ad un congresso femminista, dove viene aggredito e dileggiato. Costretto a rifugiarsi in casa del mischilista Katzone, Snaporaz rivive, come in un incubo, i suoi rapporti con l'altro sesso e...

Commenti e recensione:
Nel 1980 Fellini è un regista più che maturo, ormai considerato in tutto il mondo uno dei maestri del cinema contemporaneo; questo gli permette di poter girare ogni tipo di film e, grazie ad essi, togliersi anche qualche sassolino dalla scarpa. In La città delle donne, col suo autobiografismo al parossismo, infila il dito nella "piaga" che è diventata rappresentativa del suo cinema: la visione del femminino. 1980 è solo una data, in realtà stiamo parlando, sia per tempi di stesura che produzione, degli anni '70 e degli sconvolgimenti socioculturali che stravolsero la mentalità degli italiani. Fellini racconta questi cambiamenti come una favola, un sogno con tutto il suo catalogo di emozioni, ora grottesche ora di alta poesia, pescando a piene mani nella magia di Méliès e ripercorrendo, intenzionalmente, tutte le tappe del suo cinema, come a volersi giustificare o, e questo lo deciderà lo spettatore, redimersi e cambiare con i tempi. Come fosse in un paese delle meraviglie dalla sessualità, il povero Snaporaz in qualche modo ripercorre le tappe e gli episodi dell’eroina di Carroll e, come Alice, emerge dall'onirico magari non più saggio ma, almeno, più conscio di sé. Oppure sarà meglio riaddormentarsi, rituffarsi nell'irrealtà del tunnel oscuro? Proprio questa possibilità di scelta libera il film da ogni angoscia buñuelliana e fa librare alto lo spettatore, ormai perfettamente immedesimato nel protagonista. Tutto questo, Fellini lo racconta con la sua grandissima arte, la sua profonda (o almeno, apparentemente tale) cultura psicanalitica, la sua incredibile creatività e, ammettiamolo, anche tantissimi soldi.
Violentemente contrastato dall'elite intellettuale dell'epoca, che vi vide "solo" una critica ridicolizzante del femminismo e l'elogio (ma dove?) di un machismo veterofascista al tramonto, oggi, con il giusto distacco datoci dal tempo, possiamo finalmente capire il messaggio felliniano: il povero Snaporaz, costantemente in bilico tra idealizzazione e cruda realtà, siamo noi, uomini e donne alla costante ricerca di nuovi equilibri morali e fisici, talvolta salvati dal sogno e talaltra persici dentro ma, come lui, disposti ad andare avanti, in qualche modo.
Da rivedere, con occhi nuovi e più maturi, rivalutare e... rivedere ancora! :D


Dati tecnici:
Audio: AC3 ITA
File Name: La città delle donne.mkv
Codec ID: V_MPEG4/ISO/AVC
Resolution: [ Width: 720 Height: 400]
DRF medio: 19.660303
Deviazione standard: 2.428200
Frame Rate: 25 fps
Durata: 02:13:43 (8023.04 s)
Bitrate: 1698.148079 kbps
File size: 1.854.335 KB
Subtitles: ITA

Screenshots:










DVD Cover: compresa nel file
Cartella MeGa
https://mega.nz/folder/CVYGgY6S#EEecaxkpHZsNKUNjITy7Lw

venerdì 1 maggio 2020

La pazza storia del mondo


Titolo originale: History of the World - Part I
Nazione: USA
Anno: 1981
Genere: Comico
Durata: 92'
Regia: Mel Brooks
Cast: Madeline Kahn, Mel Brooks, Dom DeLuise, Sid Caesar, Gregory Hines

Trama:
Dall'età della pietra alla rivoluzione francese (con il trailer del "prossimamente la seconda parte", di cui non è mai stata prevista una realizzione), la storia del mondo rivisitata, in chiave demenziale e surreale, da Mel Brooks.

Commenti e recensione:
Mel Brooks conferma che non c'è nulla di sacro per lui e ci porta in un viaggio, zeppo di risate, alla scoperta di quello che è successo "veramente" nei secoli.
Forse non è uno dei suoi film migliori: il potenziale c’era tutto ma, magari, non è stato sfruttato al meglio dal re della parodia. Molte idee sono persino geniali (soprattutto in inglese, benché tradotte molto bene) e le ambientazioni sono stupefacenti ma si è criticata la vena di grossolano umorismo, a volte al limite (molto al limite! ^_^) del volgare. È un tratto che Brooks ha sempre avuto anche se qui, forse, si è lasciato un po' andare ed i puritani non gliel'hanno perdonato. In realtà non gli hanno perdonato soprattutto la sua vis comica blasfema (che, invece, a me è piaciuta molto) ma si sa, negli USA puoi scherzare su ben poco senza offendere mortalmente qualcuno. Non è un caso se, nel successivo Essere o non essere dirà «senza battute su ebrei, froci e zingari, non esiste teatro!»; si rferiva al nazzizmo, ovviamente, ma parlava all'America che gli aveva bocciato questo film. Pare che, con il pezzo musical dell'inquisizione di Torquemada, abbia scatenato ire da tutte le parti! Sarò strano io, cresciuto a pane e Monty Python, ma l'ho trovato fantastico.
Forse La pazza storia del mondo (parte I nell'originale perché sfruttare il titolo per una gag è un classico di Mel) non è per tutti, tuttavia è un prodotto che, con lo spirito giusto, riesce davvero a divertire ed intrattenere con trovate, come quella dei comandamenti o dell’ultima cena, davvero esilaranti e destinate a rimanere nella storia del cinema.
Non sarà Frankenstein Junior ma è pur sempre Mel Brooks! :D


Dati tecnici:
Audio: AC3 ITA+ENG
File Name: La pazza storia del mondo.mkv
Codec ID: V_MPEG4/ISO/AVC
Resolution: [ Width: 720 Height: 304]
DRF medio: 19.873489
Deviazione standard: 3.247258
Frame Rate: 25 fps
Durata: 01:28:28 (5308 s)
Bitrate: 2216.646491 kbps
File size: 1.694.373 KB
Subtitles: ITA+ENG

Screenshots:











DVD Cover: compresa nel file
Cartella MeGa
https://mega.nz/folder/XMQA0IaZ#l32eKJmx2o24yRRsPIeM1w

sabato 25 aprile 2020

La collina dei conigli


Titolo originale: Watership Down
Nazione: UK
Anno: 1978
Genere: Animazione, Drammatico
Durata: 92'
Regia: Martin Rosen

Trama:
Quintilio, un coniglio che ha il dono di presagire i pericoli incombenti, induce alla fugga dalla colonia natia un drappello di simili che gli credono. Mentre il gruppo viaggia verso la collina della libertà, soccorre il giovane e petulante gabbiano Kehaar che diventerà un loro efficiente alleato, soprattutto quando verranno minacciati da una colonia lager, e...

Commenti e recensione:
Splendidamente tratto dal libro di Rchard Adams (che trovate nella cartella) questo film di Martin Rose è, giustamente, considerato il capolavoro dell'animazione britannica. È bene notare, tuttavia, che la principale differenza fra la scuola americana e quella inglese è che la prima vuole venderti giocattoli, la seconda psicofarmaci.
Ci ho messo anni anche solo per osar rivedere questo titolo che, da bambino, traumatizzo me, mio fratello ed i miei genitori. Poverini questi ultimi, incautamente abbindolati dal grazioso gruppo di teneri coniglietti, i delicati disegni ad acquarello ed il fatto che fosse un cartone (cartone animato = roba per bambini, garanzia totale!); credevano di mostrarci un filmetto adatto ai più piccoli ed hanno passato anni temendo che diventassimo serial killers. Accidenti, c'era pure la colonna sonora di Grafunkel, cosa poteva andare storto?
Dopo nemmeno sette minuti, il minimo necessario per farti abbassare la guardia, Quintilio ha la visione di una collina che gronda sangue. Da qui segue una coniglietta del gruppo che viene portata via da un rapace in un secondo, così. Un attimo prima c’è, quello dopo è rimasto solo un ciuffo di peli. Non parliamo della scena dei conigli gassati, dopo la quale ogni film sull’Olocausto è tutta discesa. Moltissime sono le tematiche in comune con il successivo (e sempre britannico) Le avventure del bosco piccolo che, forse, alcuni di voi ricorderanno... fosse solo per il prestigioso record di morti/minuto, detenuto fino all’arrivo del Trono di Spade. Anche ne La collina dei conigli la caducità della vita di questi poveri animali dinanzi al pericolo è uno dei temi portanti ma, colpo di scena, qui c'è sangue vero e la sofferenza degli animaletti è fin troppo realistica per un film per bambini. Il trucco? NON È UN FILM PER BAMBINI! Perché se è vero che tutta la favolistica è piena di queste tematiche, racconti estremamente truculenti pieni di cannibalismo, avvelenamenti, omicidi su commissione e genitori orribili, La Collina dei Conigli ne enfatizza ogni dettaglio.
È solo una volta capito che questo film è destinato ESCLUSIVAMENTE agli adulti che se ne coglie la vera bellezza. Ne La collina dei conigli c’è davvero molto più della violenza e della dura legge del più forte che vige in natura perché, alla fine, emerge il senso di speranza: l’idea che anche la più piccola, e proverbialmente timorosa, creatura del regno animale possa attuare grandi imprese di coraggio ed astuzia fino ad essere capace di cambiare il proprio destino. La pelle che si piega sotto l’artiglio prima di cedere, la bocca sbavante, il fianco squarciato, le fauci piene di sangue del cane, l’occhio allucinato del coniglio che sta morendo soffocato non sono un "gore" per infanti ma gli strumenti necessari per mostrare la società sbagliata, crudele ed egoista che l'autore, in felice compagnia di Bradbury, Orwell, Dick e tutto quel filone artistico del distopico, temeva stessimo per scegliere. Adams optò per la natura, nel bene e nel male, da contrapporre all'invasione - che qui vediamo anche passiva, con le trappole nei campi ed i cani da guardia - del genere umano. Rosen accoglie le sue tesi (e lo rifarà con I cani della peste nell'82) e le avvolge nella spettacolare bellezza dei fondali, nel dettaglio quasi scientifico della gran varietà di piante dell’ambientazione (paiono uscite da un almanacco di illustrazioni botaniche) e nella caratterizzazione espressiva dei suoi personaggi. Il risultato è un film crudo e violento ma anche, sempre che si sia abbastanza adulti, bellissimo e profondissimo, ricco di richiami e citazioni (tutta la prima parte è palesemente ripresa dalla Bibbia) e di una, stavo per dire umanità ma Adams avrebbe preferito "animalità", che davvero di rado si ha l'opportunità di ammirare.
Mandate a letti i bambini, preparatevi ad un film forte e godetevi questo assoluto capolavoro del Cinema! :D

 ATTENZIONE!!! ASSOLUTAMENTE NON E' UN FILM PER BAMBINI!



Dedicato a francofatati
per il suo ottimo gusto e tutta la sua pazienza.
(dopotutto ha aspettato solo da gennaio 2016)
^__^


Dati tecnici:
Audio: AC3 ITA+ENG
File Name: La collina dei conigli.mkv
Codec ID: V_MPEG4/ISO/AVC
Resolution: [ Width: 720 Height: 400]
DRF medio: 20.051344
Deviazione standard: 4.376462
Frame Rate: 25 fps
Durata: 01:28:08 (5288.24 s)
Bitrate: 2444.635270 kbps
File size: 1.827.283 KB
Subtitles: ITA+ENG

Screenshots:











DVD Cover: compresa nel file
Libro ebook: compreso nella cartella
Cartella MeGa
https://mega.nz/folder/6d5mESwL#YcPfrNcq7SxBhF6tFXj-8A

domenica 19 aprile 2020

The Ring


Titolo originale: Ringu (リング)
Nazione: JAP
Anno: 1998
Genere: Horror, Thriller
Durata: 96'
Regia: Hideo Nakata
Cast: Nanako Matsushima, Miki Nakatani, Hiroyuki Sanada, Yuko Takeuchi

Trama:
Una misteriosa videocassetta, che mostra una serie di immagini inquietanti e surreali, provoca la morte di chi la guarda dopo sette giorni. La giornalista Reiko Asakawa è scettica ma...

Commenti e recensione:
Nel '98 il nome di Hideo Nakata era sconosciuto anche ai cinefili orientalisti più accaniti come me ma, con la creazione di Sadako, divenne il famosissimo padre del nuovo j-horror. In realtà Ringu è più un thriller metafisico che, pur ponendo nuove basi e reinterpretando i canoni classici dell'antico e radicato folklore nipponico, lascia poco spazio ai sobbalzi ed alle urla di incontaminato terrore. È più Gore Verbinski ad aver spinto verso una forma "violenta" ma dobbiamo ringraziarlo perché, grazie al suo discutibile remake, abbiamo potuto davvero apprezzare questa versione, decisamente più spirituale. Qui la paura non è per ciò che appare allo schermo, a terrorizzare è quello che non si vede e, soprattutto, che non viene spiegato e Nakata è abilissimo nel tenere il ritmo costante senza cedere mai allo splatter od alla faciloneria spettrale. A differenza dei remake, Nakata gioca sull'attesa e sul timore dell'ignoto; questo può lasciare alcuni, privi di cultura cinematografica orientale, un po' perplessi ma è frutto anche dell'ottima lezione (malgrado il regista non l'abbia mai ammesso) di Hitchcock. Il finale del film, "aperto" e di grande impatto visivo ed emozionale, non si dimentica facilmente; solo allora si comprende davvero il senso del titolo, con tutta la sua ambiguità. Un finale pensato per un prevedibile sequel (che l'anno dopo, puntualmente, apparve nelle sale giapponesi) ma che, preso a sé, si fissa comunque indelebilmente nella memoria dello spettatore, lasciandovi una terribile incertezza ed implicazioni etiche e morali di non poco conto.
La trovata iniziale, peraltro identica a quella del libro best-seller di Kôji Suzuki da cui è tratta, basta da sola a reggere l’intera storia perché in un mondo come il nostro, ormai dipendente dall’elettronica, l’idea che una maledizione si possa trasmettere attraverso una videocassetta (benché oggi sarebbe più via Torrent) e che possa propagarsi con le copie della stessa è innovativa e geniale. Unisce i più classici topoi dell’orrore ai nuovi incubi digitali. È proprio l’era moderna a trionfare nel fantasma di Nakata che si muove a scatti, come i fotogrammi di una pellicola, che può apparire ovunque ed in qualunque momento, uscire dal televisore, uccidere. Eppure, l’ultima apparizione di Sadako, benché modernissima, è degna di essere annoverata tra le scene più belle della Storia del Cinema al fianco di quelle dei maestri espressionisti del muto!
Purtroppo, a tanti anni di distanza, dopo seguiti (Ring 2, Ring 0), remake (The Ring, The Ring 2) e cloni a quintali (un esempio tra i tanti, The Call), la carica espressiva di Ringu risulta forse appannata ma, se non vi siete "rovinati la bocca" con quei titoli, vedrete che questo film, riuscito in ogni sua parte, merita tutta la fama che si è guadagnata. Non è certo una colpa se il suo unico difetto sia di essere il capostipite di un genere che ha sfornato solo prodotti assai inferiori, nessuno dei quali è mai riuscito, giustamente, a bissarne il successo.
Da vedere (di giorno ed in compagnia o non si riuscirà a dormire!) assolutamente! :D


Dati tecnici:
Audio: AC3 ITA+JAP
File Name: The Ring.mkv
Codec ID: V_MPEG4/ISO/AVC
Resolution: [ Width: 720 Height: 416]
DRF medio: 19.029188
Deviazione standard: 4.414619
Frame Rate: 25 fps
Durata: 01:35:16 (5715.96 s)
Bitrate: 1595.668090 kbps
File size: 1.384.794 KB
Subtitles: ITA

Screenshots:











DVD Cover: compresa nel file
Cartella MeGa
https://mega.nz/folder/PRAShApT#YpZ1v-hE4MNmzF8UZ6hIvA

sabato 11 aprile 2020

Bolero Extasy


Titolo originale: Bolero
Nazione: USA
Anno: 1984
Genere: Commedia, Erotico
Durata: 96'
Regia: John Derek
Cast: Bo Derek, George Kennedy, Andrea Occhipinti, Ana Obregón, Olivia d'Abo, Greg Bensen

Trama:
Una perversa clausola testamentaria obbliga Ayre a restare illibata fino al conseguimento della laurea. Raggiunto lo scopo, e innamorata del grande Valentino, cerca d'offrirsi ad uno sceicco ma...

Commenti e recensione:
Difficile parlar bene di quello che credo sia tra i film erotici più cretini di sempre. La trama è risibile nelle sue toccate melodrammatiche e nei tentativi di rispolverare classici come Lo sceicco o Sangue e arena. Le scene hot sono molto soft e gli attori lasciano davvero il tempo che trovano, nonostante l'innegabile sex appeal della Derek e dell'imbranatissimo Occhipinti. John Derek, marito di Bo, prova anche a rievocare l'evanescenza di David Hamilton (la fotografia, nell'insieme, non è davvero da buttar via) ma invece di raggiungere la poesia di Bilitis tende a degenerare sul livello di Felicity del '79 (i puristi capiranno XD). Trovo sia d'obbligo stendere un velo pietoso sull'amplesso finale dove, in bella mostra sul fianco di Bo, compare la scritta Extasy, rossa al neon, in un trash patinato ed inutilmente estetizzante... ma pur sempre trash. Bolero non detiene il primato di premi Razzie (ad oggi resta imbattuto Jack and Jill del 2011, con 10 premi su 10) ma ne ha comunque racimolati ben 6: peggior film, peggiore attrice, peggior regista, peggiore sceneggiatura, peggiore colonna sonora e peggior esordiente (la povera Olivia d'Abo che rivedremo in Conan il distruttore). Va bene che è in ottima compagnia, alcuni film hanno "vinto" questi premi e sono diventati, comunque, dei cult ma di solito non è successo e, ancor oggi, Rotten Tomatoes gli da un punteggio pari a 0. Vi invito, inoltre, a leggere il commento che dà nonciclopedia, delle capacità di Bo Derek perché io, lo ammetto, non saprei scrivere meglio. XD
Vi chiederete: perché allora vi propongo questo film? Perché, volendo essere preso sul serio, in modo assolutamente involontario (e per questo, ancora più divertente!) Bolero Extasy risulta assolutamente comico!
Se non siete capaci di apprezzare il farsesco della situazione, potete godere della ricchezza delle immagini (è pur sempre un film "pieno di contenuti umani" ^_^) ma se vi sforzate, anche solo un'attimo, e lo gustate con lo spirito giusto, pronti a cogliere ogni accidentale e fortuito guizzo di esilarante "serietà" (ed il film, credetemi, ne è stracolmo!), alle spalle del povero Derek e dei suoi patetici sforzi riderete fino a non poterne più! :D


 
BUONA PASQUA A TUTTI
GLI AMICI DEL BLOG!

Dati tecnici:
Audio: AC3 ITA+ENG
File Name: Bolero Extasy.mkv
Codec ID: V_MPEG4/ISO/AVC
Resolution: [ Width: 720 Height: 384]
DRF medio: 19.889463
Deviazione standard: 3.247906
Frame Rate: 25 fps
Durata: 01:40:32 (6032.04 s)
Bitrate: 1854.292808 kbps
File size: 1.747.916 KB
Subtitles: ITA+ENG

Screenshots:











DVD Cover: compresa nel file
Cartella MeGa
https://mega.nz/folder/6UxQjISI#Dg1vnVzZwANu1CCxHv71wQ

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